Rossi Toscani Igt, DOC e DOCG: quello che c’è da sapere

Rossi Toscani Igt, DOC e DOCG: quello che c’è da sapere

Il Sangiovese è il vitigno autoctono più coltivato in Toscana.

Da quest’uva nascono moltissime qualità differenti di vino, del Chianti Classico, fino al brunello di Montalcino, passando per il Nobile di Montepulciano e il Rosso.

Allora, se l’uva è sempre la stessa e viene coltivata nella stessa regione, questi vini vengono commercializzati con nomi differenti e venduti anche a prezzi differenti?

Una regione, tanti microclimi

La Toscana è una regione piuttosto ampia, e il suo terreno cambia composizione a seconda della zona, ma non solo, infatti anche le temperature tendono a diventare più calde a sud il che porta processi di maturazione dell’uva più rapidi e alla concentrazione più alta di zuccheri che sono alla base del processo di fermentazione dell’uva, quando si produce il vino.

Per esempio, Montalcino terra del Brunello, è un territorio situato più a sud quindi più caldo.

I vini che nascono in questa zona tendono ad essere più maturi, più ricchi e anche di colore più scuro, con tannini votati all’ invecchiamento.

Il Chianti , invece si trova più a nord, una zona meno calda dove le uve maturano più lentamente.

Questo amplifica l’acidità, e anche la sua freschezza.

Anche la composizione ampelografica conta

Un altro fatto importante riguarda la composizione del vino.

Il Rosso di Montalcino e il Brunello di Montalcino devono essere ottenuti da 100% sangiovese, mentre il Chianti e il Vino Nobile di Montepulciano possono essere miscelati con altre qualità di uva toscana autoctona come il Canaiolo per esempio.

In certi casi, è ammesso l’utilizzo di vitigni non autoctoni, come quelli francesi.

I vini con solo sangiovese hanno in genere tannini più fini e una maggiore acidità rispetto a quelli che vengono miscelati con altre uve.

Oltre al Sangiovese: i Super tuscan, ovvero il Rosso IGT

Per lungo tempo le qualità di uve utilizzate in Toscana per i suoi vini più o meno pregiati è sempre stata il Sangiovese, più o meno miscelata con altri vigneti autoctoni.

Dalla metà del 900 in poi però, il crescente malcontento nei confronti di regole troppo stringenti di vinificazione, e per il sostanziale predominio delle uve autoctone toscane ha postato alcuni vincitori, anche di grande fama come Antinori, a rivoluzionare la viticoltura locale, introducendo vitigni internazionali Cabernet Sauvignon e Merlot.

Questa grande intuizione diede vita a quelli che ancora oggi chiamiamo Super Tuscan, ovvero quei vini che impiegano uve internazionali, per lo più francesi, per vini di altissima qualità, con regole di vinificazione meno severe.

Nasce così il Bolgheri, uno dei vini più pregiati al mondo, che solo dagli anni 90 potrà fregiarsi della qualifica IGT (Indicazione Geografica Tipica)

Rossi IGT, liberi e contemporanei

I Rossi IGT toscani, oggi hanno regole molto larghe per la vivificazione, in termini di invecchiamento e di uve utilizzate.

Questo lascia spazio alle cantine più moderne di sperimentare, svincolandosi dai rigidi dettami dei disciplinari.

Brunello di Montalcino o Nobile di Montepulciano rimangono vini grandiosi, da scoprire riscoprire, ma in questo modo anche i vini toscani riescono a rimanere al passo coi tempi e andare incontro alle esigenze del consumatore contemporaneo.

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